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Licenziamento per furto in azienda: come agire

Licenziamento per furto in azienda – come agire? Cosa dice la Legge?

È possibile effettuare un licenziamento per furto in azienda? Se è questa la domanda che vi state ponendo, la risposta, senza dubbio, è affermativa.

Ma prima di dare ulteriori conferme è giusto comprendere ed accertarsi che tale furto in azienda sia reale e non ipotetico, che vi siano stati dei danni aziendali e che il suo licenziamento comporti un benessere per la stessa azienda.

Cerchiamo di capirne di più e di come agire in caso di furto da parte del dipendente.


Licenziamento per furto in azienda – tutti i dettagli

Licenziare un dipendente non è mai piacevole, ma in alcuni casi è davvero l’unica soluzione. Pensiamo ad uno dei casi più gravi, scoprire un proprio dipendente derubarci, cosa fare? Come agire? Certamente l’unica soluzione è effettuare un licenziamento per furto in azienda, ma come capire se tale furto sia reale od ipotetico? Come elaborare il tutto e trovare la soluzione migliore?

Partiamo da un piccolo ma importante presupposto, se un dipendente non si presenta a lavoro, non è produttivo, ma prende comunque lo stipendio, questo non è furto, anche se viene naturale pensarlo, questo è un caso diverso, ma comunque importante dato che il dipendente in questo caso può essere denunciato.

Quando si parla di furto, si parla di qualcosa di materiale, di somme di denaro, di oggetti, anche della manca omissione di scontrini. Tecnicamente il furto scatta quando ci si impossessa di una cosa mobile altrui.

Quindi, l’onere della prova spetta al datore di lavoro, per tale un furto sul posto di lavoro, o addirittura una frode, secondo la Legge, deve essere “accertata in modo concreto e non come fatto astratto”. In sostanza, niente ideologie, ma prove! Certamente fare tutto da soli è abbastanza complicato, per questo molti datori di lavoro preferiscono affidarsi ad agenzia investigative come la nostra, Fedele Investigazioni, per indagare al meglio sull’accaduto ed ottenere così giustizia.

Licenziamento per furto in azienda: come agire?

La Cassazione già si è espressa abbondantemente al riguardo e senza mezzi termini ha dichiarato che un furto in azienda può consentire alla procedura di licenziamento per giusta causa, il famigerato “licenziamento in tronco”, quello senza preavviso. Ma prima di poter agire senza remore, per effettuare un equo licenziamento per furto in azienda bisogna rispettare le garanzie previste dalla legge, cioè:

  1. Analizzare e raccogliere tutte le prove del furto.
  2. Contestare per iscritto il furto al dipendente ed indicare oggetto rubato, luogo, tempo e condizioni.
  3. Dare al dipendente un tempo minimo di cinque giorni per presentare degli scritti in propria difesa o essere ascoltato personalmente dal datore, diritto innegabile questo.
  4. Da qui prendere la successiva decisione: licenziamento o malinteso.

C’è da precisare che la stessa Cassazione però ha ribadito che vi è da tenere in considerazione anche il valore dello stesso bene rubato. Difatti secondo la Corte di Cassazione, se l’oggetto in questione ha un valore modico non consente il licenziamento, dato che è un comportamento non grave. Certamente sarebbe assurdo licenziare un dipendere per furto di cancelleria o perché ha preso dal bancone dei biscotti, ma ciò non vuol dire che non debba essere punito, anche severamente.

La legge dichiara la contestazione disciplinare per furto. Questa contestazione disciplinare è prevista per tutti i casi in cui un lavoratore violi le norme previste nel contratto di lavoro e quindi che non mantenga una buona condotta. Se il comportamento è da considerarsi grave può causare anche un licenziamento per giusta causa o per giustificato motivo soggettivo.

Per capirci, se il contratto prevede che anche la mancanza di una sola caramella sia considerato fatto grave, questo è legalmente fatto grave e giustificato è il licenziamento.

Cosa da ricordare è che, nonostante via sia un licenziamento per furto in azienda, bisogna comunque pagare al dipendente gli stipendi maturati e il TFR, eccetto nei casi in cui vi sia una causa per ottenere il risarcimento del danno. In questo caso tutto rimarrà fermo fino alla dichiarazione del giudice.

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